In che modo la cristallizzazione dei sali provoca danni al muro?
I sali nei muri
In che modo la cristallizzazione dei sali provoca danni al muro?
I sali solubili sono presenti nei materiali lapidei, possono appartenere al materiale stesso come frutto della sua genesi, possono essere veicolati dalle acque del terreno, o portate dalle piogge, ma possono essere anche il frutto d’interventi di risanamento effettuati con mezzi non adeguati.
I sali nei muri si dividono in solfati, nitriti, nitrati, cloruri e carbonati. Con il termine solubilità si intende la massima quantità di sale che può sciogliersi in acqua. Si tratta di una proprietà caratteristica del sale, che può variare anche solo con la temperatura.
La dissoluzione dei sali nei muri comporta la rottura del reticolo cristallino e la diffusione degli ioni costituenti, nel liquido avverrà tanto più velocemente quanto più piccoli saranno i cristalli. Quando si raggiunge la quantità massima di sale che può stare disciolto in soluzione si ha la condizione di saturazione. Oltre a questo limite, i sali nei muri ricominciano a precipitare e cristallizzano.
È questa la fase che può provocare danno al materiale, in quanto la crescita di cristalli all’interno dei pori genera tensioni tali da provocare fratture. La cristallizzazione genera una pressione sulle pareti dei capillari che è proporzionale al tipo di sale, alla sua concentrazione e alla dimensione del cristallo, ma inversamente proporzionale alla concentrazione di saturazione e al raggio del poro.
Può accadere che il sale esista in forma idrata, con un numero di molecole d’acqua d’idratazione variabile a seconda delle condizioni micro climatiche in cui avviene la genesi del cristallo. Solubilità, volume molare, campo di stabilità sono diverse per ognuno dei differenti stati d’idratazione. In determinate condizioni di temperatura, pressione ed umidità un sale idrato possiede stabilità, si trova cioè in uno stato d’equilibrio.
Se le condizioni variano lo stato d’equilibrio diviene precario e il sale è detto metastabile. In questa situazione è facilmente trasformabile nella condizione stabile, quando i parametri microclimatici variano anche minimamente. Ma il passaggio, è dimostrato, avviene per dissoluzione e successiva ricristallizzazione della fase stabile, processo in grado di determinare fratturazione del materiale, soprattutto se si manifesta ciclicamente e con frequenza.
Alcuni sali solubili sono inoltre igroscopici (assorbono acqua) o deliquescenti, così che la loro presenza tende a mantenere alto il livello di umidità presente all’ interno della rete capillare.